Si è appena conclusa “Torino Design Of The City”, una manifestazione internazionale legata al design che ha visto l’intera città diventare il palcoscenico di eventi, conferenze, mostre, incontri e workshop.
Tra le tante iniziative, al Toolbox Coworking si è tenuto il Torino Graphic Days Vol.2, un festival che racconta la grafica e il virtual design attraverso una serie di allestimenti che si snodano negli spazi innovativi del Toolbox. La manifestazione si compone di workshop, conferenze, ma soprattutto piccole mostre e installazioni, che permettono un contatto facile e immediato anche a chi non è del mestiere.
Tra queste il Print Club World, uno spazio che raccoglie le stampe di giovani artisti locali realizzate dai laboratori di stampa artigianale di varie parti del mondo, una rassegna a 360 gradi sulle caratterizzazioni artistiche e culturali delle stampe artigianali. L’esposizione Me & Eu invece affronta il tema della coesione europea con centinaia di cartoline illustrate da artisti inglesi che interpretano il messaggio in modo personale. Eyes On Barcelona ci racconta la città attraverso una selezione di progetti di alcuni studi grafici, mentre Unconventional Mapping offre una riflessione sul (personalissimo) concetto di mappa che ogni individuo elabora attraverso l’osservazione del territorio. In questo caso 30 artisti ci mostrano la loro originale interpretazione di alcune città del mondo tramite la loro arte, che si racchiude in 30 colorate e fantasiose tavole illustrate.
Uno spazio più ampio è invece dedicato a Franco Grignani e alla mostra La complessità del segno elementare dove si ripercorre la capacità di racchiudere forza e complessità in segni elementari che hanno contribuito al suo successo e alla sua connotazione unica.
Lo spazio dedicato a Nudi o Vestiti? esplora il tema del packaging attraverso la sostenibilità ambientale riportando alcuni esempi tra i più riusciti e innovativi, Be My Cover ci mostra l’importanza della copertina illustrata in 100 esempi di altrettanti libri, mentre Il Volto e la Maschera offre uno spaccato della produzione polacca del manifesto d’autore a servizio dell’opera teatrale.
Particolarmente interessante lo spazio all’interno del FabLab in cui vengono esposti numerosi oggetti di design prodotti con l’ausilio di robot e stampanti 3D. I materiali, in questo caso particolare plastica e terracotta, vengono lavorati da queste innovative macchine che danno vita ad oggetti di uso quotidiano guidati da software e modelli digitali tridimensionali.
Spostandosi nella zona nord della città invece, negli spazi dei Docks Dora, lo Studio65 mette in mostra Il Mercante di Nuvole, una raccolta dei pezzi di maggior successo dello studio che celebra i 50 anni di attività tra i protagonisti del Pop Design Italiano. Dietro ad ogni oggetto c’è una storia tanto poetica quanto bizzarra, al punto che non si può che rimanere completamente assorti nei racconti che hanno portato alla nascita dei divani Bocca e Dark Lady, oppure delle fantasiose sedie Mirò.
Lo spazio è raccolto, si viene subito circondati dal bagliore bianco dell’allestimento e dal colore sgargiante dei pezzi esposti. E’ un viaggio che inizia a metà degli anni Sessanta e le parole del Mercante di Nuvole in persona, alias Franco Audrito, rendono il racconto magico e affascinante.
Ogni seduta, cuscino o tappeto è frutto di un pensiero onirico, dal gioco per bambini Baby-Lonia alla più recente poltrona Money Money, senza dimenticare la poltrona Zot appoggiata sugli strali di Giove. Un sogno che diventa realtà grazie a Gufram, azienda che da oltre 50 anni porta sulla terra, e nelle nostre case, questi oggetti fantastici.