Nel weekend del 9 e 10 giugno torna a Torino un’iniziativa che lo scorso anno ha riscosso molto successo: Open House. Il format è semplice e prevede l’apertura al pubblico di alcuni luoghi della città che solitamente non sono accessibili, al fine di coinvolgere ed avvicinare la cittadinanza all’architettura più significativa del capoluogo piemontese. La manifestazione offre la possibilità di visita per oltre 140 edifici aperti gratuitamente, grazie all’impegno di organizzatori, volontari e proprietari di case. Il panorama è eterogeneo, si possono visitare alcuni edifici pubblici e spazi urbani, uffici, case studio, condomini e appartamenti privati. Le visite si organizzano in turni e solitamente si entra in ordine di arrivo. Gli edifici sono distribuiti nell’ambito dell’intero territorio cittadino, pertanto diventa fondamentale selezionare i luoghi di proprio interesse per evitare inutili dispersioni in termini di tempo, dal momento che gli orari di visita variano a seconda dell’edificio. Interessante la scelta di aprire al pubblico edifici che si trovano in tutti i quartieri, dal centro alla periferia, con l’intento di offrire un’opportunità trasversale, che permetta ai cittadini di scoprire e riscoprire l’architettura con cui entrano in contatto quotidianamente, quella del proprio quartiere, oltre ai luoghi simbolo della città. Alcune scelte sono probabilmente meno accattivanti, perché costantemente sotto gli occhi di tutti da svariati decenni, altre riscuotono un successo inaspettato, come i singoli appartamenti o gli edifici residenziali di recente realizzazione che hanno risvegliato l’entusiasmo per l’architettura contemporanea nella Torino del cambiamento. Riaprono quindi le porte per il secondo anno consecutivo alcuni interventi particolarmente riusciti come 25 Verde, conosciuta anche come “la casa sull’albero”, Casa Hollywood, Palazzo delle Luce o The Number 6.
Tra le novità di quest’anno spicca Bernini2, un edificio residenziale che si sviluppa in due volumi, la villa e la torre, in affaccio su Piazza Bernini. Il progetto è curato da Filippo Orlando di + Studio e parte dallo studio dell’impianto urbano della piazza e dalla preesistente villa, oggetto di recupero e trasformazione. L’edificio, di inizio Novecento ma contaminato dal razionalismo degli architetti Asnago e Vender negli anni 50, può essere considerato la matrice dell’intero progetto. La torre e la villa appaiono oggi perfettamente integrate ma dotate di propria identità e carattere, in una duplice offerta rivolta a due potenziali clientele differenti. La torre accoglie i visitatori con il proprio atrio a doppia altezza, che funge da elemento di collegamento distributivo verticale e permette il dialogo tra la piazza e il giardino interno tramite le ampie vetrate.
La villa ha un ingresso più intimo che offre dettagli molto curati e raffinati, conservando alcuni elementi storici della villa originaria, come la scala in porfido e il portone in legno finemente lavorato, e reinterpretandone di nuovi, come la boiserie dell’atrio e il rivestimento su disegno di Gio Ponti. Il complesso piace molto all’esterno, affascinando il visitatore con i suoi volumi netti e le superfici fortemente inclinate dei balconi, e appaga la curiosità dei più attenti con i dettagli curati e raffinati degli spazi comuni, dove materiali, geometrie e luci si presentano perfettamente incastonati tra loro in un ordine armonico e rassicurante, senza mai apparire freddi, grazie alla lavorazione delle boiserie in legno.
Open House offre un’opportunità a tutti di entrare in contatto con realtà nuove e consolidate, nel tentativo di alimentare la passione per l’architettura nei confronti di un pubblico sempre più esteso. Tuttavia non è da sottovalutare la curiosità che muove il pubblico verso luoghi intimamente privati, quali gli appartamenti, esorcizzando la proverbiale riservatezza sabauda. Non resta che fare la propria scelta e munirsi di un po’ di pazienza, per le inevitabili attese in coda!